Bagnoli di Sopra
Il nome di Bagnoli deriva da “balneoli”, un termine che indicava la presenza di acquitrini nel territorio e infatti, in epoca preromana, questa zona della Pianura padana era un’immensa distesa di acqua e tale rimase per secoli fino a quando il territorio non fu completamente bonificato a partire dall’età medievale. La specifica “di sopra” ricorda inoltre come il principale nucleo abitativo di Bagnoli si situasse originariamente nell’odierna località di “Bagnoletto”, allora chiamata “Bagnoli di Sopra” proprio perché di fatto collocata a un livello superiore rispetto al resto del territorio, sommerso da acquitrini.
Il primo documento che cita Bagnoli è del 954 e si tratta dell’atto di donazione con cui Almerico II, duca longobardo, dona la sua “curte di Bagnolo” ai monaci della SS. Trinità e di San Michele Arcangelo di Brondolo: all’epoca si trattava solamente di un piccolo borgo, in cui già da qualche secolo, era presente una chiesetta dedicata a S. Michele e il convento nacque ad opera degli stessi religiosi solo nell’anno Mille. I monaci realizzarono anche le prime monumentali opere di bonifica, di appoderamento, di difesa dalle acque e di costruzione delle prime strade, che resero coltivabile quella vasta distesa di possedimenti terrieri, dando inizio ad una tradizione agricola e viticola che dopo mille anni è ancora il principale tratto distintivo della cultura di questi luoghi.
Verso il 1425 ai monaci dell’Ordine Benedettino succedettero, nella conduzione del “tenimento” di Bagnoli, i monaci dell’Ordine dei canonici regolari di Santo Spirito, che intrapresero una serie di iniziative già progettate per ultimare le opere di bonifica.
Nel Cinquecento uno spaventoso incendio ad opera dei nemici della Serenissima al seguito di Massimiliano d’Asburgo, contro la Serenissima colpì e devastò Bagnoli e, nel 1656, la famiglia carinziana dei Conti Widmann e la famiglia Nave acquistarono il monastero e tutti i beni che si trovavano nel territorio di Bagnoli. Fu Ludovico Widmann che, verso la fine del XVII secolo, diede inizio alla costruzione del complesso – oggi conosciuto con il nome di Villa Widmann-Borletti – costituito da villa, teatro, palazzi, cantine, granai, scuderie e immensi giardini che ebbe fra gli ospiti più illustri Carlo Goldoni.